Una laurea rende di più di una casa di proprietà

27 maggio 2019

Quando si tratta di futuro, è sicuramente meglio la laurea. È meglio regalare ai propri figli una laurea o una casa?

Questo ciò che emerge da una ricerca condotta da Career Paths, azienda specializzata nella costruzione di percorsi professionali e di carriera dalle scuole medie all’università. Un investimento nell’educazione vale fino a 16 volte in più rispetto ad uno nell’immobiliare: si parla di un tasso di rendimento del 30-60% contro il 3-4,2%.

«È una questione culturale – assicura Dolly Predovic, presidente di Career Paths – Abbiamo una visione patrimoniale del valore, preferiamo dare ai figli delle cose di proprietà, come un appartamento. Mentre, forse, dovremmo pensare al “valore” come qualcosa che genera un reddito per il futuro».

Il confronto tra i due rendimenti, laurea vs. mattone, è stato affrontato ponendo agli antipodi due ipotesi: da un lato i costi e i redditi generati da quattro diverse esperienze universitarie (laurea triennale, laurea magistrale, laurea in Bocconi, laurea in uno dei super college americani della Ivy League), e dall’altro l’affitto di un appartamento a Milano da 200mila euro. I dati sono stati ricavati dal rapporto fra stipendio medio a 12 mesi dalla laurea e investimento sostenuto per gli studi e dal rapporto fra affitto incassato e investimento immobiliare. I risultati mostrano come il rendimento di una cifra spesa nell’educazione sia pari al 69% per una laurea triennale, al 53% per una laurea magistrale, al 52% per un quinquennio nella sola Bocconi, al 30% per un quadriennio in uno degli otto college della Ivy League. Per quanto riguarda gli affitti, i numeri come si diceva sono ben diversi: 4,2% secondo le stime di Career Paths e 4,3% secondo la media registrata da altre fonti in 13 diverse città italiane.

Per entrare nel merito, se la spesa media per una laurea triennale è stimata a 19mila euro totali (6.350 euro annui: 1400 euro di tasse universitarie, 4.500 euro di costi della vita fuorisede e 450 euro di libri di testo e materiale), si prevede uno stipendio medio di 13.200 euro annui dopo un anno dalla laurea. Seppur poco per la media europea, il tasso di rendimento è del 69%.

Il laureato alla Bocconi avrà sì affrontato una spesa media di 85mila euro totali (10mila euro di retta annui ed una vita a Milano più costosa della media nazionale, intorno ai 7mila euro l’anno), ma a 12 mesi dalla laurea potrà sperare in uno stipendio di circa 44.350 euro annui, con un tasso di rendimento del 52% sui costi sostenuti per l’istruzione.

Meccanismo simile per una laurea magistrale in qualsiasi altro ateneo italiano (spesa di 31.750 euro e stipendio a un anno dalla laurea di 16.800 euro: rendimento del 53%) o per un’istruzione oltreoceano, con le rette stratosferiche di atenei come Yale o Harvard (circa 200mila dollari per quattro anni) ma che garantiscono uno stipendio annuo di 60mila dollari, con un rendimento del 30%.

Se invece l’investimento riguardasse il mondo immobiliare, con un appartamento da circa 200mila euro a Milano, Career Paths calcola un rendimento di circa 8.400 euro annui, che però non tiene conto di tutti i costi extra che derivano da una proprietà, come le imposte sul reddito e i tributi vari (Irpef, Tari, ecc.) e le eventuali spese di condominio. Riassumendo, un tasso di rendimento del 4,2%, coerente con i dati forniti da altre fonti.

«Non è un errore, è una questione di impostazione – sottolinea ancora Predovic – Oggi il valore di un bene immobiliare non è più quello di una volta. Il rendimento di quello che si investe sull’educazione non è paragonabile».